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Giuseppe Granieri: blogosfere

Giuseppe Granieri: blogosfere

Giuseppe Granieri è uno degli esperti più autorevoli per quanto riguarda il web. Se si parla di blog, il suo nome è indispensabile per capirne il funzionamento e le dinamiche. Studioso dei fenomeni della rete, è sempre all'avanguardia nelle sue riflessioni.


di Francesca Pacini



Granieri sa tradurre i suoi pensieri in una scrittura efficacissima. Ha la capacità di usare un linguaggio semplice ma mai banale, dotato di un piglio giornalistico che si fa anche narrazione. In questo modo anche le tecnologie diventano "suggestive", se raccontate da lui. Il suo weblog è sempre pieno di stimoli. Pungente, ironico, tagliente. Qui ci regala alcune riflessioni intorno al mondo del blog...

Nel suo libro Blog generation lei descrive la comunità dei blogger come "una sorta di super google". Che passi in avanti sta facendo la blog generation?

Cresce come massa critica. E come comprensione culturale della grammatica del medium.
I processi rimangono gli stessi, aumenta la complessità e si modificano i contenuti.

Molti blogger sono diventati famosi in rete, mentre prima erano assolutamente sconosciuti. Qualche caso esemplare?

Non seguo tanto il gossip del web, e in genere mi interessano più i processi che i casi esemplari. Trovo però abbastanza normale che, esistendo un canale che permette di esprimere il talento com maggior facilità e meno barriere di accesso, chi ha talento abbia più possibilità di emergere.


C'è invece chi era già conosciuto, come Pino Scaccia (che lei cita). In questo caso un blog parte avvantaggiato. Ma davvero sono tutti capaci di fare un bel blog?

Non credo che nessuna persona di buon senso possa affermare che tutti sono capaci di fare un bel blog. Tuttavia la Rete permette a tutti di esprimersi ed esalta la "pertinenza", invece della "qualità" a priori (dei media tradizionali, che imponevano una selezione). Il concetto di pertinenza indica una "qualità come ciascuno la percepisce" in base alla sua cultura, i suoi interessi e il proprio registro. Quindi la notizia è che un blog che lei trova brutto a me può piacere. E che entrambi possono coesistere, per fortuna di tutti.

Come la scrittura quotidiana cambia i costumi personali e la percezione del mondo?

Abitua ad editorializzare il pensiero, il che spesso rende evidente le sue incongruenze. E permette il confronto, che fa crescere l'individuo e il collettivo.

Crede che il fenomeno del corporate blog continuerà a espandersi? Creare un bel blog non è sempre semplice e potrebbe verificarsi un effetto boomerang…

Io non ho mai creduto al corporate blog. Non come panacea o soluzione standard. Un blog, corporate o no, è il luogo in cui una persoalità si esprime. Lo strumento, senza la personalità, non serve. Le aziende, come la politica, devono ancora inventarsi il loro strumento per adeguarsi al cambiamento.

Che pensa dei sistemi di filtraggio dei commenti?
Scelte personali legittime, che si accompagnano alla responsabilità e ai gusti di chi le prende.

"La blogosfera è il luogo di conversazione sul mondo". Come ha cambiato le nostre interazioni con gli altri?

Le ha rese più complesse e più ricche. Ma la nostra è una generazione culturale di transizione. Troppo presto ancora per giudicare.

Che dice del fatto che alcuni sostengono che la nostra società sempre più mediata, filtrata, genera alienazione e incapacità di affrontare i rapporti "veri"?

Che mi sembra una posizione superficiale, costruita su un equivoco. La mediazione non è alternativa, ma complementare.

E di Second Life cosa pensa? Ultimamente sono comparsi alcuni articoli che mettevano in discussione il suo reale successo...

Anche su questo, c'è una curva che racconta come le innovazioni vengono assorbite nella società. La comprensione corretta, normalmente, arriva sempre dopo l'eccesso di entusiasmo e il successivo rigurgito di delusione. Second Life è uno strumento "ruspante" come era ruspante il web del '96. Ma, al di là della specifica piattaforma, la logica di Second Life crescerà e sarebbe ingenuo non seguirne l'evoluzione.

(foto di Enrico Sola)

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