Dan Gillmor, giornalista, esperto di comunicazione di fama mondiale, da tempo è impegnato nella battaglia per la diffusione del citizen journalism.
Il suo concetto del "giornalismo della gente, per la gente" è molto apprezzato sia in America che all'estero. Una nuova frontiera che sta dilagando a macchia d'olio...
di Francesca Pacini
Quando scrivo a Dan Gillmor non mi aspetto certo una risposta immediata. E invece lui con una rapidità tutta americana mi fa trovare la sua mail poche ore dopo. Di certo Gillmor, una star nel suo campo, conferma con la sua disponibilità ciò che ho sempre pensato di lui leggendo i suoi scritti. Chi è attento alle nuove tecnologie e usa la rete per comunicare, se "la tira" di meno di alcuni nostri amici connazionali.
Lui è un giornalista di fama mondiale, sempre citato quando si parla di citizen journalism e nuovi media. Ha pubblicato un libro, We the media, disponibile anche online, nel quale discute con vivacità e lucida autonomia delle opportunità offerte da questo nuovo giornalismo orizzontale che abbatte vecchi modi di pensare e agire...
Il citizen journalism è “il giornalismo della gente, per la gente”. Questo concetto comporterà una miglior vita comunitaria negli Stati Uniti?
Il citizen journalism è all’inizio del suo sviluppo ma nel tempo credo contribuirà a una miglior comunicazione comunitaria, non solo in America ma in tutto il mondo. Più persone possono contribuire a una conversazione allargata, più ampia, e tutti, potenzialmente, ne traiamo beneficio.
“We the media” rappresenta una guida per molti (sei sempre citato nei libri italiani). Il concetto di mass media è al suo tramonto?
Spero di no. Ci dovrebbe essere spazio per entrambi in un ecosistema mediatico più allargato. Sicuramente esiste una pressione sui mass media dal punto di vista del sistema finanziario. Forse si ridurrà in qualche maniera, ma spero manterremo il modo di ricompensare e sostenere il lavoro migliore.
Ti cito: “I miei lettori sanno più di me”. In passato i lettori sono stati spesso trattati come una sorta di pecore addormentate…
L’audience sta diventando parte del processo, il che è una buona cosa per tutti quelli che sono coinvolti.
Come il blog influenza la tua vita quotidiana?
È parte di ciò che faccio. Ho bloggato di più quando il mio lavoro a tempo pieno era quello del giornalista, ma trovo ancora utile farlo, in parte per sentire le opinioni degli altri che possono migliorare il mio pensiero.
Citizen Journalism e web 2.0. Quale l’influenza sulla vita politica del tuo paese?
I blog politici stanno crescendo per quanto riguarda l’influenza e il numero di lettori raggiunti.
I candidati e le campagne usano solitamente anche il blog. Finora non abbiamo visto un’autentica via di dialogo a due con i politici, ma alcuni di loro stanno cercando soluzioni per farlo.
Stiamo vivendo il momento magico di Second Life. Ma molti esperti non scommettono sul suo futuro. E tu?
Conosco e amo la gente che ha creato Second Life, e trovo il suo potenziale davvero intrigante. Difficile fare previsioni sul futuro.
La rappresentazione virtuale dovrebbe osare di mostarsi direttamente o nascondersi dietro un avatar e un nick-name? Molte compagnie iniziano a usare il loro nome reale su Second Life. Una sfida?
Abbiamo bisogno di preservare l’anonimato, ma dovremmo fortemente incoraggiare l’uso dei nomi reali laddove possible – e indicare la gente che ci prende in giro. Allo stesso tempo, la gente che partecipa alle comunità o legge online dovrebbe essere sempre scettica, dando più credibilità alle persone verso le quali hanno maturato fiducia nel tempo e zero credibilità a quelli che non hanno conquistato nessuna fiducia. Questo sarà un crescente argomento di discussione.
Approfondimenti:
http://www.dangillmor.com/