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Cara, vecchia penna? (Storie n. 24, 1996-1997)

Cara, vecchia penna? (Storie n. 24, 1996-1997)

di Francesca Pacini

Voi state usando il computer ma, per caso, si rompe. Vabbè, può capitare. Un incidente fastidioso, d’accordo. Nulla di irrimediabile, però. Per lo scrittore spagnolo Antonio Muñoz Molina, inve­ce, si tratta addirittura – ohilà – di un attentato al lavoro compiuto. In un articolo pubblicato su “El Paìs” si lancia infatti in un’invettiva antitelematica a favore di una ritrovata pratica amanuense.

In breve (la facciamo breve noi, lui ci affligge con una cronaca estenuante), stava digitando un ro­manzo sul suo compu­ter quando questo si è guastato. Preoccupato per la sorte dell’opera, ha deciso allora di disertare per sempre l’informatica (ma sarà vero?) per riesumare invece carta e penna. Le uniche, sostiene, che non fanno scomparire quanto scritto. Ora, il bello è che lui stesso ammette di avere (co­me tutti, del resto) la sua brava copia su un dischetto di scorta. E addirittura, pensate un po’, perfino un altro computer.

Niente da fare: glissa su questo dato (forse non pro­priamente marginale) e loda le virtù dell’affi­dabile inchiostro. Mah... Ci sembra un florilegio di banalità. E va bene, il computer non sarà suggestivo co­me una biro (magari una stilografica?), però, diciamolo, ci fa como­do. Eccome. Piantia­mola con questa retori­ca nostalgica che fa della tecnologia uno strumento alienante o, in questo caso, addirit­tura pericoloso. E poi, spiacenti, ma esiste il sistema di salvataggio. Automatico. Dunque è quasi impossibile di­struggere il materiale accumulato, a meno che non lo si voglia cancellare intenzional­mente. Ma questo, semmai, è masochi­smo. Oddio, è vero che esistono malaugurate evenienze in cui i do­cumenti possono veni­re distrutti (vedi virus, guasti eccezionali) ma è anche vero che, con la necessaria accortezza, si possono spesso pre­venire e magari scon­giurare. Se così non fosse si tratterebbe co­munque di eccezioni che confermano la regola della generale affi­dabilità del mezzo computer.
Da “Storie”, n. 24, novembre ’96 – febbraio ’97, a. VI, pp. 76-78

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