Un paese che non legge è un paese che non cresce.
Un paese che non legge non sa discriminare.
Un paese che non legge è incapace di indagare la reatà, metterla alla prova graffiandone la superficie per guardare...un po' più un là.
Un paese che non legge non sa educare i suoi figli alle fiabe, al racconto che diventa meraviglia e saggezza.
Un paese che non legge è un paese incapace di dare un senso alle cose, di avere una visione.
Un paese che non legge commette il peggiore dei crimini: non consente l'educazione, generando infelici che si moltiplicano all'infinito.
Un paese che non legge non sa parlare di cultura, né capisce il significato di ciò che gli accade dentro e intorno.
Un paese che non legge non conosce la beata intimità di una lentezza isolata dal fracasso che ottunde.
Un paese che non legge è condannato a rimanere ostaggio di caste e di salottini per pochi eletti.
Un paese che non legge riununcia all'unica arma che cambia il mondo e uccide solo l'ignoranza.
Un paese che non legge cerca rifugio nella lobotomizzazione della televisione.
Un paese che non legge non conosce la ricchezza dell'iammaginazione.
Un paese che non legge non sceglie, mai.
Un paese che non legge detesta i cervelli che pensano al di là dei recinti, e che sfuggono alla quotidiana obliterazione di pensieri omogeneizzati.
Un paese che non legge non sa scrivere.
Un paese che non legge è affilitto da ogni forma di potere e corruzione.
E ci relega, perpetuamente, ai confini del mondo.