Pubblichiamo volentieri i commenti di alcuni allievi che hanno partecipato al corso intensivo.
Cara Francesca,
a esprimere giudizi positivi si finisce sempre nella vacua retorica, ma ho deciso di correre il rischio. Personalmente ho trovato il corso da te promosso interessante, utile e concreto. Giudizio dozzinale, ma credo che l’immaginario comune abbia fatto di questi aggettivi degli intercalari banali e sbrigativi, dimenticando il loro significato più vero e il loro uso corretto. Questo percorso è stato “interessante” perché, etimologicamente, ha suscitato in me un nuovo interesse per un campo sconosciuto offrendomi spunti ben mirati e meditati, ma la trasmissione di un interesse non è cosa facile. Il segreto è nascosto in quel tipo di passione capace di generare parole che arrivano esatte, puntuali, incrollabili e tu lo hai scoperto. Si sono rivelate dunque parole “utili”, fatte di consigli generosi che hai voluto condividere, dimostrandoci una grande fiducia e un affetto solidale che ci fa sentire al sicuro. Abbiamo trascorso ore di lavoro “concreto”, perché ci hai consegnato nelle mani i ferri del mestiere dei quali, grazie alla disponibilità e al coraggio dei ragazzi, abbiamo potuto fare immediato uso, scarabocchiando bozze con segni che le tue indicazioni renderanno un domani più chiari.
Tuttavia, tre abusati aggettivi non sono in grado di caratterizzare davvero questo corso e va fatta la differenza. Voglio soffermarmi su due onorevoli insegnamenti che nessun manuale potrà mai compendiare: l’educazione alla libertà e la rinuncia alla presunzione. Si parla di un mestiere fatto di fogli che ambiscono a diventare pagine, ma soprattutto di rapporti umani e sensibilità sconosciute da maneggiare con cura e le ore passate insieme, in una riunione di pareri e trascorsi diversi, hanno reso queste giornate davvero una preziosa occasione di conoscenza.
Isabella Petrocelli
Non sapevo cosa aspettarmi quando mi sono iscritta al corso, anzi forse qualcosa si, mi aspettavo ore sulla grammatica e regole da imparare su come fare l'editore. Sono partita da Milano con un misto di ansia e eccitazione per quello che avrei incontrato e imparato.
Ho ritrovato una stanza piena di parole, parole ricche di libertà e di musica. Le avrei ascoltate per secondi, minuti e ore.
Sono partita con un'idea dell'editoria e della lettura che ho visto dissolversi dopo le prime parole che ci hai detto. Ho ritrovato il piacere del leggere e dell'ascoltare le persone leggere. Ho ritrovato il piacere dei classici che la scuola mi aveva fatto odiare.
Ho imparato che la lettura e la scrittura non hanno canoni ma sono libere, e l'ho apprezzato, l'ho apprezzato moltissimo.
Sono una persona che difficilmente riesce a stare chiusa in un recinto e avevo paura di trovare un corso proprio con quella forma, invece mi sono trovata in un prato. E ne sono felice.
Non so se la mia strada sarà quella dell'editore (o del correttore di bozze), non credo dello scrittore perché so di non esserne portata, ma ho amato quello che ci hai insegnato e ho amato il modo in cui l'hai fatto, senza vincoli né regole, senza barriere né muri, senza confini.
Ho sentito la forza della tua passione e delle tue parole libere.
Perciò grazie per quello che mi hai dato, spero di poterlo usare al meglio delle mie capacità.
Francesca Di Stefano (quella del calorifero e del proprio pensiero per forza)
Una donna per scrivere letteratura deve avere soldi e una stanza tutta per sé, diceva Virginia Woolf ed è ciò che ho trovato al corso di Francesca Pacini. Non ci ha insegnato una via da seguire, perché si è accorta che giungevamo lì, seppure per strade e motivi diversi, già con tutti quei lucchetti e catenacci che bloccano una mente. Ci ha messo una bussola in mano e ci ha mostrato cos'è la bellezza. Non è mancata occasione in cui Francesca ci abbia strizzato l'occhio condividendo con noi qualche trucchetto. Nel salotto ho trovato un luogo dove potermi finalmente esprimere. Ci ha lasciato il tempo di parlare e ci ha ascoltato facendoci capire quanto già avessimo dentro. Penso che questo debba fare un buon insegnante, come un buon editor: far uscire ciò che c'è di buono nell'allievo e nell'opera.
P.S. Ancora un enorme grazie, perché ho conosciuto la persona che credevo leggendo tutti i tuoi articoli. Questo corso mi ha dato la forza di prendere la mia strada in cui prima non osavo credere troppo. Ricorderò sempre come mi sono sentita in quei giorni.Troppe persone si celano dietro a un rigoroso formalismo poi privo di sostanza, mentre in te ho trovato una grande umanità e una grande voglia di dare una mano. In te ho letto la grande passione che avevo scoperto nei tuoi articoli.
Grazie,
Se dovessi pensare ad una che lascia il segno, racconterei di Te.
Una che non si è attenuta a svolgere il programma durante i quattro giorni di full immersion come chi si deve togliere un peso né che l’abbia svolto in modo sterile, ma una che ci ha seguito nel percorso con passione e dedizione, sicuramente motivando le nostre future scelte lavorative.
Si è soffermata sui nostri dubbi, sulle nostre incertezze, le nostre “paure”, approcciando con leggerezza che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore; educandoci alla sensibilità, alla buona lettura, evocando immagini visuali chiare, incisive; ci ha incoraggiato ad entrare nel mondo della parola, ascoltandone il suono che emette come fosse una partitura, toccando le giuste corde dell’anima, e a riconoscerne le sfumature portandoci ad avere una colorazione affettiva del comportamento.
Dalla correzione di bozze alla grandezza che si cela dietro il mondo dell’editing, arrivando al cosiddetto “intelletto d’amore”.
Non posso che essere entusiasta di averti conosciuta ed esserti grata di avermi dato la possibilità di guardarmi dentro.
Francesca Fulginiti